Un sorso di mistero. Laggiù nel sud c’è un vino senza età, dolce e amaro, secco e profumato: contraddittorio come una passione. Lo chiamano Primitivo, ma è raffinato quanto un gentiluomo di altri tempi. Fa innamorare, chi lo prova non lo lascia più. Ha un corpo vellutato, fragrante di ciliegia, di liquirizia, dei mille frutti usati per impastare – lo dice la canzone popolare – le carni belle delle nostre donne. E’ così denso da lasciare una traccia vermiglia sull’orlo del bicchiere, quasi fosse l’impronta di un bacio.