Differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat
27 Marzo 2019
Il meraviglioso mondo delle bollicine è estremamente variegato, ricco di sfumature e termini tecnici che pochi conoscono.
In questo articolo vogliamo provare a risolvere la prima questione: qual è la differenze tra Metodo Classico (o Metodo Champenoise / Crémant) e Metodo Charmat (o Metodo Martinotti).
In questo articolo vogliamo provare a risolvere la prima questione: qual è la differenze tra Metodo Classico (o Metodo Champenoise / Crémant) e Metodo Charmat (o Metodo Martinotti).
Innanzitutto lo sapevate che l'effervescenza che rende così amabili gli spumanti non è una caratteristica nativa del vino? Prima si fa il vino, poi gli si regalano le bollicine.
La differenza fondamentale tra i due principali metodi di spumantizzazione dei vini a bollicina è nella presa di spuma, ovvero nella rifermentazione dei lieviti per la trasformazione del vino base in spumante, la quale può avvenire in botti d’acciaio o in bottiglia.
Il Metodo Charmat o Metodo Martinotti nasce nel 1895 da un’intuizione di Federico Martinotti, direttore dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, ma fu soltanto qualche anno dopo, nel 1910, che il francese Eugene Charmat affinò e brevettò il metodo di spumantizzazione elaborato da Martinotti.
Tale Metodo prevede che la fermentazione avvenga in autoclave in condizioni di temperatura e pressione controllata per periodi brevi, solitamente da 1 a 6 mesi. I lieviti trasformano gli zuccheri del vino in alcol e anidride carbonica, cioè bollicine! Al termine della fermentazione in autoclave lo spumante viene imbottigliato ed è pronto per essere consumato.
Tale Metodo prevede che la fermentazione avvenga in autoclave in condizioni di temperatura e pressione controllata per periodi brevi, solitamente da 1 a 6 mesi. I lieviti trasformano gli zuccheri del vino in alcol e anidride carbonica, cioè bollicine! Al termine della fermentazione in autoclave lo spumante viene imbottigliato ed è pronto per essere consumato.
Con il Metodo Charmat-Martinotti si ottengono spumanti amabili, fruttati, non molto strutturati, dal colore paglierino adatti ad essere bevuti in particolare al momento dell’aperitivo.
Il Metodo Classico o Metodo Champenoise si diffonde in Francia nella regione della Champagne fin dal Seicento.
In tale metodo la presa di spuma avviene invece in bottiglia con l’aggiunta di zuccheri e lieviti selezionati. Le bottiglie dovranno riposare in posizione orizzontale per permettere l’affinamento dei lieviti, per un periodo prolungato che solitamente dura dai 18 fino agli oltre 30 mesi. Trascorso tale periodo si comincerà il remuage, ovvero la rotazione quotidiana della bottiglia di 1/8 di giro con inclinazione tale che permetta la lenta caduta delle fecce verso il collo della bottiglia nell’arco di 1-2 mesi. Raggiunta la posizione quasi verticale si potranno eliminare le fecce raccolte sotto il tappo attraverso la sboccatura o degorment: un tempo si stappava la bottiglia e per effetto della pressione fuoriusciva il residuo da eliminare; oggigiorno vi sono macchinari appositi che congelano il collo della bottiglia in modo da intrappolare le fecce in un cilindretto di ghiaccio che viene espulso sempre per effetto della pressione, senza perdite eccessive di prodotto. Dopo la sboccatura bisognerà infine rincalzare la bottiglia con lo sciroppo di dosaggio, detto liqueur d’expèdition, costituito da vino e zucchero o molto raramente distillato.
In tale metodo la presa di spuma avviene invece in bottiglia con l’aggiunta di zuccheri e lieviti selezionati. Le bottiglie dovranno riposare in posizione orizzontale per permettere l’affinamento dei lieviti, per un periodo prolungato che solitamente dura dai 18 fino agli oltre 30 mesi. Trascorso tale periodo si comincerà il remuage, ovvero la rotazione quotidiana della bottiglia di 1/8 di giro con inclinazione tale che permetta la lenta caduta delle fecce verso il collo della bottiglia nell’arco di 1-2 mesi. Raggiunta la posizione quasi verticale si potranno eliminare le fecce raccolte sotto il tappo attraverso la sboccatura o degorment: un tempo si stappava la bottiglia e per effetto della pressione fuoriusciva il residuo da eliminare; oggigiorno vi sono macchinari appositi che congelano il collo della bottiglia in modo da intrappolare le fecce in un cilindretto di ghiaccio che viene espulso sempre per effetto della pressione, senza perdite eccessive di prodotto. Dopo la sboccatura bisognerà infine rincalzare la bottiglia con lo sciroppo di dosaggio, detto liqueur d’expèdition, costituito da vino e zucchero o molto raramente distillato.
Più lungo, costoso e complesso rispetto al Metodo Charmat, il Metodo Classico dà vita a vini più strutturati e corposi, con note più ricche prevalentemente legate al lievito e un perlage più fine e persistente.